Vivono su livelli Terry Carr Più che come autore il compianto Terry Carr era famoso soprattutto come curatore di antologie e di collane fantascientifiche. In particolare è stato responsabile della celebre serie degli «Ace Specials» e delle ottime raccolte dei migliori racconti apparsi nell’anno, fatte prima per la «.Ace Books» e poi per la «Ballantine/Del Rey». Questo originalissimo racconto ci dimostra la sua bravura anche come scrittore: si tratta di una storia piena di sensibilità e di gusto, una storia di una strana società futura popolata di fantasmi e di apparizioni. E al contempo è anche una storia d’amore: una storia curiosa e commovente che rimarrà nella mente dei lettori per molto tempo. Terry Carr Vivono su livelli A Ram Manjari, Livello Chandra, 12 settembre 2422: I tuoi discorsi mi divertono oltre ogni dire — non sto più nella pelle, come diceva il mio vecchio istruttore di igiene. Che strano modo il tuo; devi stare attento a non rendermelo troppo reale, altrimenti potrei venirti a raggiungere presto, e allora che ne sarebbe delle nostre comunicazioni? Dall’ultima volta che ci siamo parlati, siamo immersi nei suoni. Ogni mattina da ovest viene un suono di cornamuse; e poi rintocchi e cinguettii aleggiano tutto il giorno sopra le nostre teste, e dal cielo piovono periodicamente grida di gioia. Molto strano, ma gradevole. Noi invece non sentiamo alcun bisogno di vocalizzare; ti sembrerebbero tutti molto cupi e silenziosi, ne sono certa. Ascoltiamo, stupefatti. Hender ci lascia domani per Portsmouth, perché desidera moltissimo visitare il suo punto focale laggiù. Sta meglio dell’ultima volta in cui gli ho parlato, anche se non ha ancora ritrovato la pace. Passerà la settimana a concentrarsi e tornerà da noi solo quando la sua luce comincerà a riaprirsi. Anche tu chiami la tua città Portsmouth? Si trova sulla nostra costa occidentale, ed è una città talmente antica che deve essere esistita già prima della diaspora. (Come sono vicini i nostri mondi, eppure ci sono degli abissi tra noi!) Anandaruth e Ruthanan sono tornati a vivere con noi. Non li aspettavamo, perciò eravamo impreparati; ma ce la siamo cavata con i frutti dell’aria che sembrano essere stimolati dal gran volume di suoni da cui sono inondati. I fiori dell’etere dovrebbero essere prossimi a sbocciare; se i suoni continuano, dovremmo avere una bellissima stagione. Ruthanan non si è fatta più avveduta di quanto lo è di solito, né Anandaruth più emotivo. Se non stessero insieme, credo che entrambi perirebbero per l’incapacità di comprendere il mondo. Ma si aggiungeranno alla nostra casa echeggiante, così sono i benvenuti. Fatti risentire presto, per piacere; sento di aver trovato finalmente un amico, e questo per me è una cosa meravigliosa. Sul Livello Rosa esistono distanze più grandi di qualsiasi misura. Parlami del Livello Chandra, del vostro terreno e delle vostre rocce e di come si frantumano. Anche voi avete questi suoni? Non si riesce mai a distinguere il particolare dal diffuso. Senza filtri né impedimenti,      Cass «La nostra normale coscienza nei momenti di lucidità non è che un tipo speciale di coscienza, mentre tutt’intorno, separate da essa dalla più sottile delle barriere, ci sono forme potenziali di coscienza completamente diverse. Nessuna descrizione dell’universo nella sua totalità che non prenda in considerazione queste altre forme di coscienza può dirsi definitiva.»      William James A Cass Laureling, Livello Rosa, 14 Settembre 2422: È affascinante sapere dei vostri suoni aerei. Qui non esiste niente di simile, ma abbiamo più emozioni fluttuanti del solito. Puoi trovarti semplicemente a passeggiare, senza fare niente di particolare, e all’improvviso ecco che ti capita di saltellare allegramente, felice come un bambino, senza alcun motivo. Continui a camminare e lasci quell’umore, ma potresti altrettanto facilmente imbatterti in una depressione. Proprio ieri sono capitato in una così profonda che la luce del sole ne era offuscata e potevo sentire le mie pupille dilatarsi. L’unica cosa da fare quando entri in una di esse è continuare a camminare, in modo da uscire dalla zona; non sono estese. Una depressione davvero profonda però può farti venire voglia di gettarti a terra e piangere, così bisogna ricordarsi di proseguire. Da piccolo ho avuto un’avventura con un umore fluttuante di quel tipo. Avevo solo quattordici mesi, ma pensavo di essere terribilmente in gamba. La stagione era molto piovosa, e a me sembrava di avere freddo e di essere bagnato da sempre (in effetti, era meno di un mese); ero di pessimo umore e non avevo mai dormito due volte nello stesso letto. Un giorno capitai in una nube di risatine e cominciai a ridere con loro, allegramente e rumorosamente. Mi divertii moltissimo. Ma passarono, ed io mi ritrovai ancora bagnato e infreddolito. Balzai in piedi e mi guardai intorno in cerca della nube, ma naturalmente non puoi vederle. Mi misi a correre e non trovai nulla, allora puntai in un’altra direzione, ancora nulla; cominciai a saltare avanti e indietro, pensando che forse avrei potuto sorprendere quella cosa. Mi infuriai e cominciai a fischiare e imprecare. Le persone che mi hanno visto dicono che ho passato più di un’ora a cercare di ritrovare le risatine, diventando quasi paonazzo e che non volevo saperne di essere dissuaso. Naturalmente non ho più trovato la nube ma ho divertito molta gente. Comunque, ora siamo inondati da umori fluttuanti. Gran parte sembrano essere montanti, ma talvolta ci imbattiamo in qualche buco nell’aria. Virna, mia madre per questa settimana, dice che può vedere questi umori ad occhio nudo; io seguo il suo sguardo, ma non vedo mai niente. Dice che quelli montanti hanno un debole bagliore argenteo, scintillante, ed i buchi sono di un colore porpora spento. Io e Virna abbiamo discusso la possibilità di cambiare la nostra relazione, da madre-figlio a donna-uomo. Potremmo averle entrambe, ma a Virna piace mantenere le cose semplci. Mi puoi dare un consiglio? Virna ha quarantasette anni, è minuta, con un viso birichino, ed un’aura effervescente. Sono stato con lei come figlio abbastanza spesso; giocavamo con le mani e cantavamo insieme, e a lei piace la mia cucina. Possiamo sentire reciprocamente i nostri pensieri molto bene. Io penso che sia attraente, ma ho un po’ paura della nuova relazione. Mi aspetto così tanto. Suppongo che potremmo farla durare per un breve periodo, non più di una settimana la prima volta, ma ho la sensazione di volerne di più.      Ram Vivono su livelli. Oggi ci sono venti miliardi di persone sulla Terra, ma conservano ancora i loro parchi, la campagna, le aree agricole, le zone impervie di montagna e i laghi. Gli oceani sono stati ripuliti dalle ultime sostanze inquinanti quando i tecnologi hanno distillato persino le ultime tracce di elementi nella disperata ricerca di carburante. Poi si sono esauriti, naturalmente, ma la tecnologia aveva fatto in ogni caso il suo tempo; era tempo di progredire in un’altra direzione, e furono costretti a seguirla. Huizinga ha detto che la cultura è cominciata come espressione del nostro istinto del gioco: abbiamo scoperto nuove forme, imitato le cose che vedevamo, imparato a usarle secondo le nostre esigenze. Non al fine di costruire una civiltà, ma solo per trovare un po’ di gusto nella vita. La civiltà è venuta di conseguenza, e le nuove forme furono standardizzate. La cultura cominciò a guidare le nostre azioni e noi abbiamo obbedito. Molto presto non fu più un gioco. Ecco perché la cultura è per gente infelice. Ecco perché gli estatici se ne vanno sempre nel deserto. Ma quando la maggior parte delle risorse mondiali di carburante si esaurì, la tecnologia vacillò e la gente si mise a studiare nuove discipline. Il passaggio nello spazio psichico avvenne di lì a poco, e l’umanità scoprì nuovi mondi nelle realtà alternative della percezione. Esistevano universi che gli uomini avevano appena intravisto, e solo come sogni scintillanti, stupendi lidi della mente. Ora, mentre la gente imparava a raggiungerli, questi nuovi livelli di percezione offrivano spazio alle città soffocate del pianeta. I paesaggi assunsero nuove linee, i colori pulsavano al di sopra, al di sotto e in prossimità dello spettro conosciuto; le persone si scoprirono diverse dall’immagine che avevano di se stesse. Le leggi naturali sembravano mutate o ampliate. E ciascuno dei nuovi livelli era diverso, sempre diverso dal precedente, un’infinità di nuovi mondi. Era sufficiente che la gente seguisse pienamente la propria natura, vivesse la propria coscienza. Ciascuno secondo le sue percezioni, a ciascuno la sua realtà. Così ora essi vivono su livelli. Nessuno sa quanti livelli vi siano, ma sicuramente abbastanza per dare spazio a venti miliardi di persone su questo pianeta. Qualche dubbio? Anche se essi non vedono coloro che vivono su altri livelli, questo non significa che non ci siano davvero, non è così. In realtà sulla Terra c’è più gente di quanta il pianeta ne possa mantenere, e nessuno ha spazio per allungarsi senza pestare i piedi a qualcun altro. È davvero così affollato nella realtà, vero? Forse. Ma cos’è la «realtà»? Forse questo non è il venticinquesimo secolo, dopotutto, forse è il ventesimo, ed essi si trovano in India e stanno morendo di fame. Ma se è così, non lo sanno. E non vorrete certo deluderli, vero? A Ram Manjari, Livello Chandra, 15 Settembre 2422: Abbiamo avuto cupi rimbombi da ovest, e crepitii secchi dall’alto, come lampi di luce solare. Abbiamo ancora i cinguettii e le grida di gioia, ma questi suoni più profondi cominciano a coprirli. Siamo tutti molto meravigliati, e ci chiediamo cosa verrà dopo: dovremo vivere in mezzo ad una sinfonia aerea? Il mondo è diventato improvvisamente fragoroso. Ruthanan diventa sempre più cupa: dice che questi nuovi suoni la opprimono come una presenza fisica. E la vedo davvero ritrarsi e diventare esausta quando echeggiano i rimbombi, anche se a volte i cinguettii la fanno sorridere. Ieri ero con lei quando è sembrato che tutti i rumori arrivassero contemporaneamente, un suono rapido e lacerante seguito da schianti sordi e profondi, e con questi cinguettii e campane proprio nella nostra stanza. Che girandola di emozioni sul viso di Ruthanan! È talmente emotiva, molto più di tutti gli altri abitanti della nostra casa. Speriamo tutti che i suoni aerei più forti passino presto, per il suo bene. La nostra casa sembra più vuota ora che Hender se n’è andata a Portsmouth, ma oggi abbiamo avuto notizie da lui. Si è messo in contatto con Bard, naturalmente, e dopo lei ci ha riferito gran parte della loro conversazione. Si sente molto eccitato per i nuovi poteri e le energie del suo punto focale. Bard gli ha chiesto di metterne da parte un po’ per noi, e lui l’ha promesso. I tuoi umori fluttuanti sembrano davvero affascinanti; qui li abbiamo così raramente. Siamo soltanto un livello concreto, credo. Una volta ho sentito una nera depressione come quella che descrivevi, ma si trovava in una stanza, e non si muoveva mai. Aprimmo le finestre per arieggiare la stanza, ma per giorni non ci fu niente da fare, finché alla fine non trovammo un uccello morto, che era volato dentro finendo dietro un contenitore di nastri. Bastò rimuovere l’uccello perché la depressione si dileguasse. Com’è strana la tua relazione con Virna! I legami madre-figlio sono diversi da quelli uomo-donna? O parli metaforicamente? Di certo non cambi forma quando stabilisci nuove relazioni. Una relazione è più stretta delle altre? Scegli la più stretta, allora — lo spazio tra le persone è sprecato, come dicono qui. (È solo un arguto modo di dire, comunque.) Voi celebrate gli anniversari della diaspora? Una volta noi lo facevamo, ma ora è diventata una usanza impopolare. Il nostro mondo è così lento a riempirsi, cominciamo a temere che resterà sempre selvaggio. Invisibile, inesplorata,      Cass Sono nati sapendo tutto sul sesso. Perché non dovrebbero capirlo? — ricordano le loro vite precedenti. La memoria cellulare non è molto complicata, forse, ma è chiara e completa. L’unico caso in cui non ricordano molto bene è quando nascono in un altro livello. Su scala cellulare le cose possono ancora sfuggire; gli schermi tra i livelli non sono pareti di ferro. Nascono bambini da donne che non hanno avuto relazioni con uomini da anni; i bambini nascono anche dagli uomini. Bimbi di cinque anni hanno avuto figli e non se ne sono dati pensiero. La prevalenza di nascite incrociate vuol dire che le persone non sono mai sicure di chi siano i geni dei neonati, così c’è molta meno identificazione, e non c’è molto da chiedere o da aspettarsi. In genere il figlio di una donna è suo e del suo amante, com’è logico aspettarsi, ma essi non possono contarci troppo, e non lo fanno. Carne della mia carne non significa niente quando non si è sicuri: i legami di sangue diventano teorici. (Quando gli uomini o i bambini hanno figli, possono immaginare che non sia accaduto sul loro livello, ma che debbono essersi trovati nei paraggi quando un ovulo fertilizzato ha attraversato lo schermo. Ma questa è solo la certezza di un’incertezza; la persona incinta sa di non essere il genitore genetico.) I sistemi familiari sono diversi sui vari livelli, e spesso c’è una grande varietà sullo stesso livello. La maggior parte preferisce una bassa intensità di coinvolgimento, di solito famiglie numerose o genitori in comune: se un bambino ha fame, gli danno da mangiare; se fa qualche domanda, gli rispondono. L’affetto si diffonde in modo assai più tenue che nelle famiglie nucleari, ma ci sono pochi traumi. La vita è tranquilla. I bambini sono sani e intelligenti, camminano a cinque mesi, e iniziano a parlare poco dopo. Diventano sessualmente maturi a sette o otto anni. Cass Laureling ha dieci anni e Ram Manjari nove. A Cass Laureling, Livello Rosa, 19 Settembre 2422: Non capisco Virna. Per giorni ha parlato della relazione uomo-donna, al punto che ormai ci stavo pensando seriamente, ma all’improvviso ha perso ogni interesse per le emozioni. È tutta serietà e lavoro, e rimane in casa raramente. Lei studia l’ambiente, e al momento è affascinata dal nostro clima di umori. Quando siamo insieme, non si parla d’altro. Sono deluso; voglio una forte esperienza emotiva, ed ora non ne ho la possibilità. Forse c’è un cattivo umore nella stanza, ma non credo. Da quando Virna ha notato che essi sono visibili, sono diventato un esperto nel trovarli. Ce ne sono così tanti, molti più di quanto sospettassi pochi giorni fa; mi chiedo se sono aumentati o se non mi ero mai reso conto di quanto i miei sentimenti fossero in balia dell’aria. Quelli buoni sono argentei, e fluttuano nell’aria come ondate di calore. Sembrano evanescenti, e riesco a vederli scivolare nella stanza, a volte molto rapidamente. Quando se ne vanno, passano indifferentemente attraverso le pareti, attraverso una finestra o una porta. Quelli nefasti sono di colore più scuro, violetto e mogano e grigio-azzurro, e tendono a muoversi più lentamente. Io li evito, naturalmente. Ora sono il principale argomento di conversazione. Tutti hanno una teoria in proposito. Il mio guaritore dice che sono attratti dai luoghi ove si radunano gli esseri umani in virtù di qualche forza magnetica presente nei nostri sistemi nervosi — ed è vero che queste nubi, questi umori, sembrano molto più abbondanti nei luoghi in cui vive la gente. Una mia conoscente, che è una donna di spettacolo, sostiene di poter disperdere gli umori più tetri ed attrarre quelli argentei ed effervescenti con la forza delle sue proiezioni. Virna ha lasciato capire che lei sa da dove vengono, e fa strane, eloquenti osservazioni che poi si rifiuta di spiegare. La sua mente è sempre così agitata da pensieri e congetture che non riesco a seguire molti dei suoi ragionamenti. Una delle sue osservazioni è stata: — Sono più che umori. Sono vivi. — Ed io credo che potrebbe avere ragione; li ho osservati, e credo che a volte si muovano con un vero e proprio scopo. Ma se sono veramente vivi, da quanto tempo sono qui? E ci possono vedere? Prima hai parlato del punto focale di Hender a Portsmouth. Abbiamo una città costiera che si chiama Portsmouth, non lontana da qui; è un centro di ricerca per lavoro mentale. Un punto focale è qualcosa di simile ad un auto-potenziatore? (A volte chiamato stimolo mentale.) Nella nostra Portsmouth è stato appena completato un auto-potenziatore molto efficace, e Virna vuole andare là a scoprire qualcosa di più a proposito del clima di umori. Forse dovrei andarci anch’io, per rafforzare le mie abilità emotive nel potenziatore. Sono molto serio quando dico di aver bisogno di una relazione molto stretta con qualcuno. (Ti capisco molto bene riguardo lo spreco di spazio tra la gente. Abbiamo così tanto spazio sul Livello Chandra.)      Ram I messaggi passano da un livello all’altro mediante un procedimento molto simile alla telepatia, ma enormemente più complesso. Esiste davvero un fenomeno come la vibrazione eterica, ma obbedisce a regole proprie ed è difficile da studiare; a volte i messaggi filtrano chiaramente, a volte subiscono uno sfasamento temporale, cosicché le parole e le frasi arrivano alcuni secondi più tardi di quanto dovrebbero. Ci vuole abitudine e un po’ più di concentrazione, ma la comunicazione è perfettamente chiara. Ci sono persone che svolgono questo genere di lavoro come funzione principale. Ci vuole molta energia psichica, e queste persone raramente rimangono attive nelle loro comunità; gran parte della loro attenzione si estende attraverso i livelli, e sono in grado di percepire echi e mormorii anche quando non vi sono messaggi in partenza o in arrivo. Sono individui particolari, che vivono più negli altri che in se stessi: centralinisti, intercettatori; sono molto curiosi riguardo agli altri, ma non amano parlare direttamente. La coinquilina di Cass, Bard, è una delle persone che filtrano i messaggi fra i livelli. A Ram Manjari, Livello Chandra, 20 Settembre 2422: Che strano il tuo accenno ad umori aerei viventi! Bard mi ha trasmesso la tua lettera mentre le facevo il bagno, stamattina; per questa settimana sono la sua cameriera personale. Mentre leggeva, la strofinavo con la pomice e la risciacquavo, e abbiamo creduto di scorgere le tue figure spettrali aleggiare intorno a noi, ma era solo la leggera polvere di pomice che ricadeva attraverso i raggi del sole. Ma tutto questo parlare di forme e umori nell’aria, e i nostri cinquettii e rimbombi, è davvero molto strano. Bard dà molto peso ai tuoi resoconti; e ha detto che nelle conversazioni tra gli abitanti di livelli diversi dal mio e dal tuo, si parla spesso di strani avvenimenti. Anandaruth, per esempio, è in contatto con un uomo del Livello Forma (sono tutti e due studenti di logica, la quale, evidentemente, varia da livello a livello); quest’uomo gli ha detto di avvertire una pressione nell’aria intorno a lui, oltre a vere e proprie sensazioni tattili… come di invisibili corpi solidi che lo sfiorano. Sul suo livello molti ne sono spaventati. Su altri livelli ci sono strane luci, sia di giorno che di notte, e a volte anche voci. Sì, voci, anche se le loro parole non sono comprensibili. Com’è interessante tutto questo, tuttavia è anche un segno premonitore! I nostri progenitori erano così felici di aver scoperto il nuovo territorio dei livelli — voleva dire spazio vitale, quando nel mondo eravamo in troppi. Ma ora, mentre stiamo ancora tentando di adattarci al nostro nuovo spazio, siamo sul punto di scoprire che i livelli sono sempre stati abitati? Siamo degli intrusi? Eppure fino ad ora non li abbiamo ancora scoperti, così oso sperare che vi siano giunti solo di recente, che siano stati loro ad intromettersi. Abbiamo delle creature talmente rumorose nell’aria! Il loro bisbiglio diventa sempre più forte fino a che non esplode letteralmente in un urlo, ed i loro rimbombi a volte sono davvero spaventosi. Ruthanan è terribilmente oppressa da questi suoni, e rimane distesa sul suo giaciglio. Ho cercato di parlarne con lei, ma resta muta e sofferente. I suoni ci seguono fin dentro casa, con un ronzio o un fischio acuto alle nostre spalle. Siamo invasi! Hender è tornato da Portsmouth ad alleviare un po’ la nostra solitudine. Là ha acquistato molta fiducia; credo che tu abbia avuto una giusta intuizione nel paragonare un punto focale ad un auto-potenziatore. È un’area di energia concentrata che cattura l’attenzione e permea la sensitività per giorni o settimane intere. Hender dice di non aver mai fatto un soggiorno più positivo, che i guardiani del luogo lo sentono ora come particolarmente potente. Speriamo di convincere Ruthanan ad intraprendere il viaggio, nella speranza che ciò la metta in condizioni di sopportare questi suoni invadenti. Non mi soffermo sulla tua relazione con Virna perché mi trovo ad essere stranamente riservata in questo campo. Caro Ram, i miei pensieri sono spesso con te, e sono pensieri affettuosi; ti auguro di trovare l’intimità, con Virna o con qualunque altra donna di tua scelta. Capisco molto bene il tuo desiderio. (Il periodo che ho passato questa settimana a servire Bard è stata una fase di intimità che mi ha rincuorato; ma col ritorno di Hender, naturalmente la sua attenzione si rivolge a lui.) Calore solitario,      Cass A Cass Laureling, Livello Rosa, 22 Settembre 2422: Sono vivi, Cass, e ci vedono! È impossibile dubitarne ormai — Virna è riuscita a comunicare con uno di loro! Siamo a Portsmouth, e tutto è successo nella prima mattinata trascorsa qui. La creatura era argentea, molto luminosa nell’aria trasparente subito dopo l’alba. È scivolata attraverso un muro del nostro giardino ed è sembrata restare sospesa sulla piscina: una sagoma alta, allungata, che cambiava continuamente forma, come un’ameba spettrale. Ma dava l’impressione di fronteggiarci, e sembrava osservarci, così Virna le è andata incontro tenendo una mano protesa e parlando in tono rassicurante. La forma restava immobile sospesa nell’aria, pulsando leggermente; quando Virna ha raggiunto il bordo della piscina si è fermata, ma ha continuato a tenere la mano tesa come un invito, chiamandola dolcemente. E dopo diversi minuti la creatura si è avvicinata. Non ci si poteva sbagliare sulle sue intenzioni, Cass. È andata da Virna e le ha toccato al mano, e lei è stata scossa da un brivido; poi si è avvicinata di più ed ha coperto la parte superiore del suo corpo, ed io l’ho sentita ridere di gioia. La creatura si è voltata nell’aria, e Virna ha seguito il suo movimento; quando si è girata verso di me ho visto gioia e meraviglia sul suo viso. La creatura si è spostata un po’ di lato, ma sempre fluttuando accanto a Virna; lei l’ha chiamata un’altra volta, e di nuovo è tornata, a coprirla di gioia argentina. Virna ha cominciato a mormorare leggermente, a canticchiare senza parole, e a ballare; e la creatura la seguiva, sempre sospesa sulla sua testa e le spalle, a volte sobbalzando di lato e seguendo i movimenti di Virna. Dev’essere durato diversi minuti. Alla fine la creatura si è allontanata, ed è svanita; è sembrata uscire dallo stesso muro da cui era entrata. Virna l’ha salutata con la mano. Per tutto il tempo ho osservato la scena con sgomento, e anche un po’ di paura, e non ho osato chiamare Virna per timore di spaventare la creatura. Ma non appena se n’è andata ho cominciato a fare domande: Com’era? L’hai potuta sentire? Come sei riuscita a danzare con lei? Virna ha detto di aver provato una sensazione strana, come una luce nella mente, e un formicolio lungo la schiena. Si era messa a danzare, perché essa le aveva suscitato il desiderio di farlo. Ed era sicura che anche la creatura fosse stata felice di mettersi in contatto con lei; l’aveva sentita emanare gioia. — Tornerà presto — mi ha detto. — L’aspetterò qui. Da quel momento sono passate alcune ore, ed anche se abbiamo visto le creature fluttuare all’esterno, ed almeno una volta anche all’interno, nessuna aveva il bagliore argenteo del nostro visitatore mattutino, e nessuna sembrava notare i cenni di Virna. (Ho provato a chiamare anch’io, ma non sapevo esattamente come fare.) Se sono invasori, sono benvenuti, Cass. Ma non credo che siano del tutto nuovi di qui. Non ne abbiamo mai avuti così tanti prima, questo è vero, ma ricordo che abbiamo sempre avuto questi umori fluttuanti, sin da quando ero piccolo, ed anche tu hai detto di aver sperimentato una cosa del genere. Penso che noi dobbiamo essere considerati gli invasori, ci siamo trasferiti in mondi che erano già popolati, solo che non potevamo vederli. Ora stanno cominciando a mostrarsi, ed io credo che ciò voglia dire che hanno deciso di fidarsi di noi. (Comunque, io spero che sia così.) Per quanto riguarda Virna, sembra essersi dimenticata della nostra relazione uomo-donna. Tutta la sua attenzione è rivolta a quelle creature. Non posso fargliene una colpa, naturalmente, ma la mia solitudine è enorme, e sono costretto ad andare da lei nel ruolo di figlio per avere conforto. È meno di quanto vorrei, ma è tutto quel che ho. Spero di poterti sentire, oggi. Devo trovare subito un mediatore mentale qui a Portsmouth. Con l’atteggiamento distaccato di Virna, il mio legame umano più stretto sei tu — in un altro mondo!      Ram Ram Manjari non ha casa. Quando aveva sette anni si trasferì nella stanza ampia e luminosa di una casa disabitata, e cominciò ad acquisire delle proprietà: collezionava pietre colorate e le disponeva in figurazioni che mutavano secondo il movimento del sole; costruì sedie e intrecciò un tappetino da tavola; si mise a dare da mangiare agli animali del vicinato. Il giorno del suo ottavo compleanno regalò il tappetino, sparpagliò le sue pietre e camminò in direzione del sole finché non trovò una donna che gli offrì una settimana di relazione madre-figlio. Era Virna, e l’anno seguente trascorse con lei più di dieci settimane. Il resto del tempo visse con padri, sorelle, e una volta con un vecchio che lo voleva come nipote. Sul Livello Chandra le persone stabiliscono relazioni familiari per soddisfare il loro bisogno di amicizia. La casa di Cass Laureling è una casa di molte stanze che si affaccia sul fiume Quale. Vi si trasferì tre annifa perché era rimasta senza tetto a causa di un incendio. Anandaruth e Ruthanan la seguirono nella nuova casa. Era già abitata da altri quattro, incluso Hender; alcuni se ne andarono, altri ne arrivarono; le case del Livello Rosa sono un continuo viavai. Bard è arrivata un anno fa per stare con Hender. I coinquilini dormono con chi vogliono, fanno l’amore con chi vogliono, e a volte si innamorano. Fuori dalle case, sul Livello Rosa o il Livello Chandra, c’è spazio per alberi, laghi, sentieri per passeggiare, ruscelli. C’è sempre spazio per restarsene soli, fuori da una abitazione, ma la gente tende ad ammucchiarsi in qualsiasi costruzione che possa chiamare casa. A Ram Manjari, Livello Chandra, 22 settembre 2422: Ruthanan continua a soffrire sotto il peso dei suoni; l’altra notte l’ho sentita gemere nel sonno. Anandaruth era con lei, ma quando dorme non sente niente. Se ne sta disteso, senza sognare, ma non le è di alcun conforto. Sono scivolata fino al suo giaciglio e l’ho tenuta stretta fino a che non si è calmata. Stamattina mi ha ringraziata e ha detto che i suoi sogni sono migliorati mentre ero con lei. Ad essere sincera, ho dormito meglio anch’io… Bard, naturalmente, era con Hender, ed io avrei dovuto dormire da sola. Nella tarda mattinata Ruthanan si è indebolita di nuovo; c’è stato un gran rimbombo sul fiume, e poi uno schianto secco proprio nella stanza dove ci trovavamo. Ruthanan ha urlato e si è raggomitolata, poi si è messa a piangere. Anandaruth stava per uscire; si è fermato ed ha tentato di parlarle, ma lei non possiede la sua razionalità, così ha dovuto ritirarsi davanti alla forza del suo terrore. — Sono solo impressioni uditive — le ha detto. — Sei libera di interpretarle in maniera rassicurante piuttosto che fabbricare dei mostri. — Anandaruth non comprende la paura, non gli è familiare. Lui è uscito per un appuntamento, ed io mi sono avvicinata a Ruthanan. — Stai bene? — le ho chiesto, e lei ha annuito vagamente, con gli occhi fissi e spalancati. — Farai il viaggio con me a Portsmouth per la messa a fuoco? — ho detto. Lei ha scosso la testa con violenza e si è nascosta per qualche minuto sotto le coperte. Alla fine ne è uscita e mi ha detto, — Pensi che servirà? — Così ho capito che avrebbe cambiato idea, e le ho assicurato che un giorno di messa a fuoco avrebbe rafforzato moltissimo le sue capacità, e che tutti noi eravamo d’accordo che fosse la soluzione migliore. — Anche Anandaruth? — mi ha domandato, ed io ho detto sì, anche lui. Lui non la capisce e non le è di aiuto, ma lei lo vede come una guida. Così sto preparando una borsa da viaggio, e tra un’ora partiremo per Portsmouth, da dove ti manderò il mio prossimo messaggio, sempre che riesca a farmi sentire, perché i nostri cieli sono sempre più rumorosi. In viaggio di speranza,      Cass A Cass Laureling, Livello Rosa, 23 Settembre 2422: Sono stato così contento di trovare il nostro nuovo mediatore mentale, la notte scorsa; mi stavo sentendo così isolato, tagliato fuori. (Tutte le consuete sensazioni di solitudine, qui in una città di migliaia di abitanti!) È un uomo dai capelli grigi, con occhi calmi e modi distaccati; recita i suoi messaggi come se non li stesse neppure ascoltando. Ti ho mai detto che il nostro ultimo mediatore era un ometto molto allegro che saltellava tutt’intorno gesticolando vistosamente molta gioia… ma da questo nuovo signore grigio ho scoperto che la tua gioia si trasmette anche senza bisogno dell’interpretazione di un mediatore. Penso che tu sia tutta come una bolla aerea, una di quelle sacche di felicità che abbiamo nell’aria. Tutto è metaforico, tutto nella vita è un simbolo di qualche altra realtà, e poi, non abbiamo scoperto che questi umori aerei sono creature viventi? Per me tu sei una bolla di gioia, Cass — se solo ti potessi inseguire con la stessa facilità con cui inseguivo le risate! (Scusa; sto cominciando a dire delle stupidaggini. Parlerò di qualcos’altro.) Siamo stati visitati di nuovo dalle nostre creature dell’aria, tre questa volta, e Virna sta cominciando a elaborare un linguaggio dei gesti. Diventano più visibili ogni giorno che passa; ora riusciamo a vedere il movimento dei loro arti. Camminano in posizione eretta, ed io credo che abbiano diverse braccia — questo ti spaventa? Non sembrano affatto minacciose, e potrei sbagliarmi circa le loro braccia. Ho parlato di loro con gente di Portsmouth; tutti pensano che stiano diventando ogni giorno più numerose. Una donna, incaricata della tutela dei parchi della città, è molto irritata per tutta la confusione. — Costruiscono questo grosso potenziatore — si è lamentata con me, — e adesso tutti vengono qui per diventare più forti, dormono sull’erba e vi lasciano i loro odori. E, come se non bastasse, eccoci ora infestati dai fantasmi! Era una città più felice senza questo potenziatore, ma prova a dirlo a questi giovani imbecilli con la loro auto-realizzazione! In effetti in città ci sono più persone che letti disponibili — non che questo crei problemi a qualcuno, se si esclude quella vecchia inacidita. Speravo di riuscire anch’io a visitare il potenziatore, ma c’è sempre una tale folla laggiù che gli effeti si disperdono facilmente. Eppure ogni giorno continua ad arrivare sempre più gente. Però, riesco a sentirmi solo anche tra la folla. Suppongo che la solitudine faccia parte di tutti noi. Il tuo messaggio mi ha rallegrato, ma è stato anche frustrante. È così bello sentire le tue parole, e sorprendente sapere che anche tu sei venuta a Portsmouth… ma non sei realmente qui, no, non qui dove potrei vederti, e toccarti e guardarti negli occhi. Se solo vivessimo nello stesso mondo, potrei raggiungerti e stare con te, non importa quale distanza ci dovesse separare! Ma trovarsi nella stessa città eppure essere così lontani…? Non riesco a pensare a nient’altro da dire,      Ram «Non sto cercando di cambiarti. Può succedere che un giorno tu diventi un uomo molto saggio… ma quello non ti cambierà. Un giorno forse riuscirai a vedere gli uomini in un altro modo e allora ti renderai conto che non c’è alcun mezzo per cambiare nulla in loro.»      Don Juan A Ram Manjari, Livello Chandra, 24 Settembre 2422: Davvero mi immagini così gioiosa, Ram, così leggera e vivace? Oh, vorrei esserlo! Ma in realtà sono una persona penosamente vuota; ho bisogno di gente intorno a me, o sono immobile come la polvere. Ho bisogno di essere stimolata. Ora sono agitata, ma non del tutto piacevolmente. Siamo arrivate a Portsmouth solo per trovare la città assediata dai suoni di un cielo brulicante; l’aria è satura di rumore, un tale frastuono che Ruthanan voleva tornare indietro immediatamente. Sono riuscita a farla restare, almeno per visitare un fuoco e provarne gli effetti. L’ha fatto, e forse oggi sta un po’ meglio. Ho vagato tra le strade della vecchia Portsmouth, un po’ impressionata dalla grande precisione di questo ambiente. Strade così diritte, mai serpeggianti, e gli antichi alberi di Portsmouth disposti quasi geometricamente ai lati. È una città progettata nella nostra era di razionalismo, si capisce immediatamente, e le sue bellezze sono razionali. Molto appropriate per un grande centro di focalizzazione mentale, naturalmente, perché la geometria stessa della città scoraggia una mente errabonda. Eppure, a dividere con noi queste strade austere ci sono le grida di queste nuove creature. (O queste vecchie creature che ci appaiono nuove.) Portsmouth è una sognante città del passato, dolorosamente riportata alla coscienza da clamori provenienti dal vuoto. Le foglie tremano alle esplosioni di suono, e la gente cerca di comportarsi come se non ci fosse assolutamente niente di anomalo. Anche qui stiamo cominciando a vedere queste creature. Bisogna soltanto individuare il punto da cui proviene il suono fantasma, e là ci sarà un offuscamento dell’aria, la luce misteriosamente agitata e ribollente, come se le creature si sforzassero di attraversarla. E ci stanno riuscendo, perché solo pochi giorni fa non potevano essere viste, ed ora sono qui; ci invadono in massa. Forse mi sono lasciata influenzare dalle paure di Ruthanan, perché a dire il vero le creature molto spesso sono belle, ed i loro suoni melodiosi. Credo che alcuni di questi suoni siano le loro voci, mentre a noi sembra di udire sibili e rintocchi perché i nostri sensi riescono ad interpretare soltanto quei suoni uditi mediante frazionamento, privi di referente. Oggi ho incontrato un uomo che si è detto sicuro che queste nuove creature siano divinità venute a liberarci dal nostro isolamento; che devono essere amate e venerate. Ne era convinto, lo potevo sentire sia dalla sua mente che dalla sua voce, ed era pieno di gioia. Ha detto che molti altri a Portsmouth ormai ci credono, e quando sentono le voci delle creature, queste hanno sempre un suono musicale, armonioso. Ed è vero che mi capita di vedere gente camminare per le strade e nei parchi con gli occhi socchiusi, ascoltando con gioia. Quando la notte scorsa ho portato Ruthanan al suo centro di focalizzazione, le hanno detto subito che la sua prima disciplina sarebbe stata quella del silenzio: per creare la pace interiore e percepirla in ciò che la circonda. Dopo potrà sentire le armonie di questo silenzio. I suoi istruttori non hanno accennato alle nuove creature neanche una volta, ma è chiaro che il loro insegnamento è una risposta alla loro presenza. Confesso che io le accetto volentieri, dèi o mostri che siano. Riempiono questo mondo, e almeno i loro suoni non echeggiano a vuoto. Se a volte mi spaventano, e anche se non sempre li sento come una melodia, almeno sommergono l’incessante strepito del mio pianto interiore. Perché Portsmouth dovrebbe essere l’obiettivo di queste creature se non per il grande punto focale naturale che esiste qui? Sciamano verso una città dove le nostre menti sono più forti e aperte, e dove ci si aspetta una maggiore ricettività da parte nostra verso il bizzarro. In effetti, riempiono talmente gli spazi vuoti di Portsmouth che i frutti dell’aria sembrano pigiati e compressi. (Stamattina io e Ruthanan abbiamo bevuto della luce, e ci siamo chieste se per caso non stessimo distruggendo qualcuna di quelle creature!) Sono giunta a credere che questi esseri si mostrino soprattutto in questo luogo prché sono attratti dal vuoto della nostra solitudine, che si avverte chiaramente in questo punto focale; perché quelli di noi che sentono bisogno di concentrarsi, sono così di frequente spinti fin qui dal loro inevitabile isolamento. La realtà, che non ho confidato a nessuno, è che ogni persona che incontro sembra solo un riflesso di me stessa, e per questo nessuna delle relazioni che ho avuto è stata completamente soddisfacente. Viviamo in questo livello perché questo è ciò che siamo; ma è la vicinanza stessa a rendere vuoto il nostro contatto. E così sentiamo la nostra vicinanza come isolamento, e qui sta l’ironia. Tutto questo ha senso per te, caro Ram, o sto soltanto fantasticando? Sento che stiamo per arrivare ad una svolta, ma non riesco a definirne la natura; sta accadendo qualcosa di nuovo, ma cosa? Capisco con tutto il cuore quando parli della frustrazione di essere così vicini eppure così inevitabilmente lontani, ora che tutti e due ci troviamo a Portsmouth. Ma perché dovremmo sentire questo bisogno di incontrarci personalmente? Perché dovremmo sentirci attratti l’una verso l’altro piuttosto che verso coloro che abitano i nostri rispettivi mondi? Credo che sia la nostra estraneità a definire il nostro attaccamento: perché io ti sento come un altro, come un non-me, con un’intensità che è impossibile sul mio livello. Eppure, forse possiamo incontrarci, Ram, in un certo senso. Se siamo davvero nella stessa città di Portsmouth, proviamoci. Nella Portsmouth che vedo io c’è una lunga strada diritta che attraversa South Park, fiancheggiata da pioppi e cespugli di bacche, con una gigantesca quercia che troneggia all’imboccatura più a sud. Deve avere parecchie centinaia di anni, e perciò sicuramente risale a prima della diaspora. Conosci l’albero? Io sarò là domani a mezzogiorno; e se tu andrai nello stesso luogo, potremmo cercarci. Non chiedere come, perché non lo so. So solo che io sarò là, e spero davvero che ci sia anche tu. Ascoltando, guardando,      Cass A Cass Laureling, Livello Rosa, 24 Settembre 2422: Devo risponderti immediatamente, Cass, perché il tuo messaggio mi trova eccitatissimo — molto più eccitato di quanto tu possa immaginare, perché ci sono notizie meravigliose. Sì, mi troverò sicuramente domani a mezzogiorno sotto la quercia; riconosco il viale che hai descritto e so qual è la quercia che intendi. Ma verrò là aspettandomi molto più che una romantica comunione su livelli separati — sopporterei di essere un’altro «Triste» per la tua «Isolata», ma credo che possiamo fare molto di più. Cass, tu sai già cosa sono queste creature che ci invadono? Non sono mostri e non sono fantasmi — sono esseri umani! Due gambe, due braccia, cinque dita alle mani e ai piedi; occhi, orecchie, nasi, bocche, tutto. Ora li vediamo più chiaramente ad ogni ora che passa; le loro sagome si fanno nette e chiare e rimangono a fuoco più a lungo. Virna dice che riesce persino a sentirli, anche se io non sono certo di poterlo fare. Lei mi ha ripetuto una delle loro osservazioni: — L’aria è piena di forme. La creatura che l’ha detto — la persona — ci stava guardando: sulle prime noi sentivamo la presenza di queste nuove persone come umori, tu le sentivi come suoni senza origine, e loro ci vedono come forme. Gli «invasori» sono persone di altri livelli, Cass. I livelli si stanno ricongiungendo. Non so come o perché. Le barriere tra i livelli sono solo mentali; se quello che dicevi a proposito del nostro isolamento e solitudine è giusto, allora forse il nostro bisogno di contatto sta abbattendo le barriere. Non lo so, e non è poi così importante, no? Così se i livelli si stanno ricongiungendo a Portsmouth, allora siamo nel posto giusto al momento giusto: possiamo incontrarci, incontrarci davvero, e stare insieme. Quando ho sentito il tuo messaggio, non era più solo la voce del nostro piccolo, grigio mediatore, ho davvero sentito la tua intonazione, i tuoi accenti, la tua voce. Ero sbalordito, ed ho riso; l’uomo sembrava stupito ed ha interrotto la lettura, ma gli ho fatto segno di continuare e lui ha obbedito. Quando ha finito, gli ho detto che cosa avevo sentito, la tua voce dalla sua bocca, e lui ha risposto che il messaggio era stato particolarmente forte. Infatti, per lui la comunicazione era molto chiara da giorni, ma non aveva pensato di domandarsi il perché. Così ottuso, così inerte; non sa affatto cosa vuol dire. Domani, Cass, vicino alla quercia a mezzogiorno. Ti vedrò là. (Non è incredibile? Ti vedrò là davvero!) Quasi non riesco a crederci. Ma ci credo. Domani.      Ram A Ram Manjari, Livello Chandra, 24 Settembre 2422: Sono sopraffatta dalla gioia, dalla speranza: vederti, Ram, incontrarti con lo sguardo, e la mente e il tatto! È difficile da credere, ma succederà oggi. Le antiche pietre della Terra si sgretolano e scorrono, nuovi eventi ci attendono. Abbiamo visto schiere di persone nelle strade e nelle case di questa città-soglia; non più solo ombre indistinte, ma persone in carne ed ossa, vestite stranamente o non vestite affatto. Nuove facce, nuove voci che parlano con strani accenti. Le loro voci sono chiare, non rombanti o laceranti, e loro ci possono vedere, così come noi li vediamo. Ruthanan si è rifugiata nel suo punto focale, dove rimane accoccolata e continua a praticare le sue discipline, circondata dalla folla. Le facce estranee abbondano anche qui — specialmente qui. Portsmouth è inondata dal suono dei discorsi, un borbottìo, un ronzio monotono, e nel tumulto è diventato impossibile perfino sentire la mente di Ruthanan. Ci sono uomini e donne di ogni tipo, ed anche bambini. Ci sfioriamo l’un l’altro nelle strade, siamo pigiati insieme in una massa di gente. (Massa!) Non mi ero mai sognata che fossimo così tanti, Ram; è come il giorno del decennale e anche di più. A mezzogiorno ci incontreremo, fra poco più di un’ora. C’è qualcos’altro che dovrei dire? Ho moltissima paura che non ti piacerò. Ma non voglio pensarci; fra un’ora le mie paure saranno solo fantasmi sbiaditi. Con gioia, con gioia,      Cass I livelli si ricongiungono; c’è un’unica realtà dopo tre secoli di polivalenza. Quello che vedo io, lo puoi vedere anche tu, e quello che tu senti è anche nelle mie orecchie. I tuoi colori sono i miei colori, e possiamo toccarci. In un ampio prato verde dove un’antica quercia allunga le sue ombre accanto ad un sentiero, masse di persone si muovono disordinatamente, spingendosi, c’è un vociare confuso e si levano risate. Qui un uomo grosso con un vestito di pelle, il suo profilo che emana una sfumatura violetta, arringa quelli intorno a lui farneticando sull’imminente catastrofe; qui tre bambini nudi gridano e lottano; qui una ragazza con molti nastri tra i capelli neri è accoccolata e si abbandona a silenziose cantilene; qui un uomo dagli occhi pallidi guarda fisso con cieca meraviglia ed allunga le mani per toccare braccia, spalle, volti. L’erba è schiacciata sotto molti piedi e nell’aria si confondono respiri e sudore. Cass Laureling si fa strada tra la folla, lentamente, come in sogno, la bocca semiaperta e gli occhi in movimento, irrequieti. Per lei è difficile vedere al di sopra delle teste di quelli che le stanno intorno, ma la quercia dove io e lei ci dobbiamo incontrare si eleva massiccia nel cielo pieno di spettri, e lei vi si dirige. Gomiti che si urtano, voci che borbottano, strani occhi che sembrano puntare chissà dove. Anche ora non è facile distinguere le sagome; Cass incontra lo sguardo di un uomo calvo e si rende conto con un sussulto che può vedere le altre persone della folla attraverso i suoi occhi, attraverso di lui. Sfiora passando una giovane donna, e la sua spalla penetra nel braccio di lei come se si trattasse di soffice muschio. Forme e colori ammiccano in alto, nell’aria, e fluiscono attraverso i corpi che la circondano. Sorride nervosamente e continua a spingersi verso la quercia. Trova uno spazio libero sotto l’albero; là è seduta una coppia spettrale, ma i due sono ancora inconsistenti e Cass occupa il loro posto: attraverso di lei sembrano fluire delle correnti e nei suoi occhi si muovono delle ombre, ma per il resto non le provocano alcun danno. Resta in piedi con la schiena poggiata all’albero, e cerca Ram con lo sguardo. Ma vede solo la folla: centinaia di estranei, migliaia. Ogni tanto una faccia che ha già visto a Portsmouth — o forse no. Sta diventando insicura su chi abbia un volto familiare, e chi strano, e questo è insolito per lei. Rabbrividisce e scruta i visi con ansia, cercando Ram. Cosa sa di lui? Ha nove anni, potrebbe essere con una donna che si chiama Virna. Che altro, che altro? Facce che ondeggiano e si confondono davanti a lei, forme che planano in basso verso la folla e si condensano in figure umane. Altre ne arrivano ad ogni minuto che passa. Ram, dove sei? — Ram? — dice titubante, poi più forte: — Ram? — Non vede proprio come lui potrebbe sentirla, con tutto quel chiasso. Ma una voce alla sua sinistra risponde, — Cass? — Ram… qui, da questa parte! — si alza in punta di piedi per cercarlo. È spinta indietro da due bambini che passano di corsa, sfrecciando attraverso una foresta di gambe, ma lui l’ha vista, ed ora si dirigono uno verso l’altra. Cass deve farsi largo tra la calca di corpi; sta diventando difficile muoversi. Il suo respiro si fa affannoso; sta respirando le esalazioni di altre persone. Ma quanti siamo? Voci, risate, grida, canti. Strane cadenze, e parole che non sembrano parole. Corpi, piedi, vestiti bizzari dagli strani odori. Corpi che si accalcano, immobili. Aumenteranno ancora? — Cass! — Appare una mano, tesa verso di lei. — Cass, afferra la mia mano! — Lei lo fa, ma viene spinta, perde la presa. Si spinge verso di lui, gli afferra il polso, e i due scivolano tra la gente uno verso l’altra. La folla si muove, ed ora li tiene stretti insieme. Cass abbraccia questo ragazzo, questa persona. I loro occhi si incontrano, con un po’ di timore, e i due sorridono. — Sei proprio tu, vero? — dice lui. — Sì — lei risponde, ed i loro sorrisi, incoraggiandosi a vicenda, si allargano fino a diventare una risata. I due si tengono stretti, e il resto delle domande verrà solo più tardi.